Ave Maria!

Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

Cuore immacolato di MariaMadre della Gioia, Stella del mattino, Rifugio dei peccatori, Consolazione di tutti coloro che si sentono disperati e soli, ci consacriamo in modo specialissimo al tuo Cuore Immacolato.

Insegnaci Tu a portare l’Amore a chi non ha conosciuto l’Amore, l’unità là dove c’è divisione e solitudine, la gioia della Risurrezione dove c’è morte, il cielo dove regna l’inferno.

Rendi puri il nostro cuore, la nostra anima, i nostri pensieri e proteggici dagli attacchi del maligno. Vogliamo imparare da Te la perfetta umiltà perché sul silenzio del nostro io possa parlare il Verbo.

Maria Regina della Pace insegnaci ad essere portatori di Pace, strumenti dell’Amore, sempre attenti alla voce dello Spirito Santo.

Madre dell’Amore insegnaci Tu il pieno e perfetto abbandono alla Volontà del Padre perché possiamo imparare a ripetere sempre il nostro “Fiat”, il nostro…Eccomi!

preghiera di consacrazione dei Cavalieri della Luce

Algoritmo perfetto?

In questo tempo di Quaresima 2024 mi ritrovo ad osservare molto, dentro e fuori di me..

Ho sempre amato l’utilizzo dei social, per il loro senso originale cioè “sociale”, che unisce e fa dialogare chi fa parte di questa società. Ma negli ultimi mesi sto cominciando a chiamarli gli “asocial”, in modo molto ironico ovviamente..

Ma non tanto per quanto siamo cambiati noi in questo post-pandemia (e lo siamo davvero, basta andare in luoghi affollati come metro e centri commerciali per vedere che siamo così chiusi in noi stessi che andiamo a sbattere contro gli altri perché semplicemente non li notiamo..), ma più per quanto sono cambiati i social.

Il famoso algoritmo, un grande divisore delle persone al momento.. non saprei definirlo in altro modo! Non unisce, non fa incontrare.. fa sbattere ognuno di noi contro la propria solitudine.

Ci vogliono far credere soli, non amati, ignorati.. Ed è facile che da noi esca fuori il rancore, l’insoddisfazione, l’odio verso l’altro quando commentiamo, pubblichiamo..

Ma chi siamo noi veramente?

Può un algoritmo o la volontà di persone che sono dietro a questi sistemi limitare e delimitare il nostro io?

Certo che no!

Lo fa solo in apparenza, solo sui social/asocial, su uno schermo, su un post o reel pubblicato.. ma ciò che siamo davvero ognuno di noi non potrà mai essere deciso o circoscritto da altri.. siamo liberi, siamo unici e irripetibili! Ecco la grande verità che tutti stiamo dimenticando in questo mondo di finzione e piccoli grandi apparenze..

Ma c’è un modo perché il nostro io davvero parli e incontri gli altri sui social?

Credo che quello che Gesù ha fatto e con lui e dopo di lui milioni miliardi di persone ci mostri il modo.. il granello di senape! Il più piccolo di tutti i semi, non gli daresti due lire diremmo oggi.. Ebbene diventa un arbusto e gli uccelli ci fanno il nido tra i rami! Diventa rifugio, nasce nuova vita!

Ho visto di recente un bellissimo film: Perfect days di Win Wenders!

Un film osannato e apprezzato da tanta critica e pubblico. Ma devo dire che a me è piaciuto in un modo così intimo e personale che non mi sono ritrovata nelle recensioni lette.

Ha parlato alla mia anima più che alla mia mente, ho vissuto insieme ai protagonisti le esperienze di vita quotidiana mentre le vivevano loro, le loro sensazioni erano le stesse mie nello stesso istante..

E soprattutto ho rivisto me in tanti momenti della mia vita, con quella semplicità (e banalità per molti) nel cuore e nello spirito. Perfect, perfetti momenti! Perfetta vita!

Ma cos’è la perfetta vita?

Questa è una domanda a cui è difficile dare una risposta. Ma ognuno di noi se si mette in ascolto di se stesso facendosi piccolo mentre vive ogni piccolo momento della sua vita troverà una piccola via per la risposta..

Inizio allora da oggi a condividere piccoli momenti di vita sui social, con la speranza di incontrare l’altro in questi piccoli post.

KOMOREBI, nel film Perfect Days è il filo conduttore della vita del protagonista, in giapponese vuol dire “la luce che filtra attraverso le foglie degli alberi”.

C’è un termine che può definire meglio la nostra ricerca della felicità, la ricerca della luce?

#KOMOREBI #challenge

Unitevi a me in questa piccola sfida dell’anima, vi aspetto su Instagram!

Sotto la Croce

La Crocifissione – quadro della via Crucis nella parrocchia di Santa Gemma a Montesacro

La via Crucis della nostra parrocchia qui a Montesacro a Roma è opera di un pittore contemporaneo, di cui purtroppo non ho trovato informazioni a parte la firma sulla tela di questo quadro. Ho trovato le sue opere anche alla chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria a piazza Euclide e ho chiesto informazioni anche lì ma il sacerdote a cui ho chiesto non ne sapeva nulla.

(Se qualcuno ne sa di più scrivetemi, mi farete davvero felice!!)

Amo molto in particolare questo quadro che è davvero imponente! Circa tre metri ad occhio!

Meditare il momento della morte di Cristo lì davanti è un dono immenso per poter contemplare il dono che Lui ha fatto a noi in quel momento.

Confrontandomi qualche anno fa nel 2017 con il parroco don Stefano ne abbiamo tratto insieme queste osservazioni, per cercare di capire la simbologia ricchissima di questa opera così affascinante..

Ecco le meditazioni che ho trascritto!


Lettura simbolica del quadro:


Significato generale dell’opera: Gesù emette lo spirito e muore; la sua bocca è infatti aperta, ha appena emesso lo Spirito Santo preludio del futuro dono nel giorno della Pentecoste. Sono anche i momenti che precedono la nascita della chiesa dal costato di Cristo, dal sangue e acqua che sgorgano dal suo cuore trafitto.


Simbologie:


Gesù/Eucarestia: Il corpo di Gesù è di colore bianco-giallo, colore del pane e dell’eucarestia. Il corpo non sembra scolpito come gli altri dalla luce e chiaroscuri, sembra bidimensionale.
Giovanni sembra elevare Gesù: Le mani sembrano nella posizione del sacerdote quando eleva l’ostia e il calice (quando dice “per Cristo, con Cristo, in Cristo”). Giovanni è l’evangelista che ci dice che quando Gesù sarà innalzato attirerà tutti a sé. Infatti sembra guardare Gesù in modo estatico. Il corpo di Gesù con la sua luce chiara e la forma piatta costringe l’osservatore a fissarlo, è il centro della rappresentazione.

Madonna: Veste blu scuro come la notte della fede e mantello verde scuro come una speranza piccola e celata. Le mani sembrano tenere Gesù bambino che dona all’umanità, oppure simboleggiano il suo ricevere tutte le grazie da Dio per donarle all’umanità. I suoi piedi sembrano sollevati, lei è la donna immacolata, donna dell’Apocalisse, primizia della creazione redenta.

Giovanni: Simboleggia il sacerdozio, con l’abito liturgico viola penitenziale. Lui è tramite tra Dio e gli uomini, l’alter Christus. Presente nel momento della morte di Cristo, che rivive e celebra nella messa.

L’altra Maria: Con il cappuccio un po’ sollevato e le mani in preghiera simboleggia la vita religiosa. I religiosi nella chiesa pregano per tutti gli uomini. Guardano a Cristo crocifisso chiedendo grazie e misericordia per l’umanità lontana da Dio.

Maria Maddalena: Simboleggia lo stato di vita laicale o penitenziale dei peccatori. È spaventata e si aggrappa alla Madonna, diventando un tutt’uno col suo manto. Guarda fuori del quadro perché vuole identificarsi con ognuno di noi.

Momento della morte di Gesù: Il cielo scuro e tempestoso, la roccia spaccata dal terremoto, la roccia sotto la croce sembra una parte di un tempio (“distruggete questo tempio e io lo ricostruirò in tre giorni”), in lontananza si vede la luce che è un richiamo all’alba della Pasqua.

Soldati che giocano con i dadi: Simboleggiano un mondo senza Dio che è soggiogato dai vizi (gioco di azzardo, avidità del soldato che stringe il mantello rosso appena ottenuto) ed è attaccato alle passioni della terra (soldati guardano a terra). I dadi sembrano voler segnare il numero 7, ma ancora rimangono sul 6 (venerdì è il sesto giorno, sta per arrivare il sabato, il settimo giorno per gli ebrei).

Servi: Simboleggiano gli uomini senza Dio schiavi degli altri uomini, che vivono la paura, l’ignavia, la tepidezza. Un uomo è nascosto dietro la scala spaventato. Un altro sta scendendo o salendo dalla scala con corda e martello, forse sta per staccare il ladrone dalla croce, e guarda Gesù con paura e repulsione. La scala potrebbe simboleggiare la possibilità di conversione del buon ladrone.

Soldato con la lancia: Sta guardando la situazione attorno a sé oppure sta raccogliendo l’ordine di controllare se Gesù è morto. Prefigura il momento in cui trafiggerà Gesù, ha sul volto la tensione dell’uomo giusto che fa il suo dovere. Forse nel suo volto pensieroso si preannuncia un’apertura alla conversione.

Comunione spirituale

eucarestia

Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella Tua santa presenza.
Ti adoro nel Sacramento del Tuo amore, desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore.

In attesa della felicità della comunione sacramentale, voglio possederti in spirito.
Vieni a me, o mio Gesù, che io venga da Te.
Possa il Tuo amore infiammare tutto il mio essere, per la vita e per la morte.
Credo in Te, spero in Te, Ti amo.
Così sia.

Cardinale Rafael Merry del Val (1865-1930)

[Preghiera proposta da papa Francesco in tempo di pandemia da Coronavirus]


29.IX.37. Oggi ho compreso molti misteri di Dio. Sono venuta a sapere che la Santa Comunione dura in me fino alla seguente santa Comunione. La presenza di Dio viva e sensibile dura nella mia anima. Questa consapevolezza m’immerge in un profondo raccoglimento, senza alcuno sforzo da parte mia… Il mio cuore è un tabernacolo vivente nel quale si conserva l’Ostia viva. Non ho mai cercato Iddio in una imprecisata lontananza, ma nel mio intimo; nella profondità del mio proprio essere tratto familiarmente col mio Dio.

Mio Dio, nonostante tutte le grazie anelo continuamente alla perenne unione col mio Dio, e più Lo conosco, più ardentemente Lo desidero.

Santa Maria Faustina Kowalska, Diario, la misericordia divina nella mia anima